Alcuni dei nostri lettori ci segnalano i mancati pagamenti da parte delle scuole in cui sono stati assunti come “supplenti Covid” nel corso del 2020 e anche nel 2021
Ecco cosa scrivono alcuni dei nostri lettori:
“Quando apri la posta e trovi una mail da parte di una scuola che sta cercando personale COVID sei contenta. Quando poi ricevi la chiamata dall’istituto che ti dice <il posto è tuo> , quella diventa una bella giornata.
E così di corsa, nell’arco di meno di 24 ore ti ritrovi a organizzare le settimane a venire, o per i più fortunati, i mesi, sapendo che avrai un lavoro. C’è chi come me, deve trovare una babysitter all’ultimo momento, chi deve trovare la sistemazione migliore per i propri cari non autosufficienti o chi ha da fare i conti per trovare un posto sicuro per il proprio cane.
Ma ci riesci. In un modo o nell’altro sei a scuola il giorno dopo, alla prima ora pronta a fare del tuo meglio, tra mascherine, disinfettanti e personale che non ha più idea di come fare a garantire il meglio per questi ragazzi, ma lo fa.
Poi arriva il “bello”. Aggiorni di continuo la pagina di NoiPa (il portale dedicato ai pagamenti dei docenti e personale scolastico) aspettando di trovare il fantomatico CEDOLINO che preannuncia l’arrivo dello stipendio. D’altronde noi il nostro dovere lo abbiamo fatto e lo stiamo facendo, quindi PERCHE’ NON ASPETTARSI DI ESSERE PAGATI?
E invece no. Fai in tempo a finire un incarico di due mesi e di stipendio manco l’ombra.” Ci dice Giulia, insegnante COVID di matematica.
Lorenzo, insegnate di latino, aggiunge:” Quando sono andato a ritirare il contratto per la supplenza (anche quello pronto solo dopo averla terminata) ho chiesto al personale amministrativo quando avrei ricevuto lo stipendio e mi hanno risposto prima con una risata e poi <bhe siamo a gennaio, hai terminato la supplenza a novembre, direi che per febbraio dovremmo farcela>. Che ne pensereste se io vi rispondessi la stessa cosa al conferimento dell’incarico? Vi serve un supplente per domani? Ok, fatti due conti, fra due mesi vengo a prendere servizio!”
“Non chiediamo niente di strano. Chiediamo solo di avere ciò che ci spetta. Siamo i precari dei precari dello Stato Italiano e ce lo facciamo passare per buono. Però almeno pagateci, sebbene precari, le bollette le paghiamo anche noi e il nostro lavoro lo facciamo.” Francesca, insegnate di scienze.
Avete anche voi un’esperienza simile? Raccontatecela o inviate le vostre segnalazioni a info@pisaduepuntozero.it o sulla nostra pagina Facebook