Riceviamo un aggiornamento di chi ci aveva raccontato questa triste storia, esposta sul sito della neonatologa, pediatra e medico legale, Maria Serenella Pignotti:
Arriva la richiesta di pubblicazione da parte di un nostro lettore per la seconda parte di una storia (Qui la prima parte della storia) che lo coinvolge da molto vicino e chiede a tutti coloro che vorranno supportare questa famiglia di presentarsi al Tribunale di Pisa il 25 maggio.
“Le cose si sono un po’ complicate, anche se il 3 di giugno ci potrebbe essere la sospensione del decreto nella corte d’appello. La madre ha chiesto al padre di mettersi d’accordo ma non ha trovato riscontro supplicando di fargli almeno finire la scuola sia telefonicamente che via mail . Hanno chiesto, facendo un’istanza per l’abbattimento delle barriere a casa, che il giudice non ha accolto, ma ha rifatto un altro decreto definitivo obbligando a la mamma a portare il figliolo il 25 maggio al tribunale di Pisa e renderlo esecutivo quando invece si poteva aspettare il 3 giugno, come richiesto dal legale della famiglia… Invece non è stato accolto e la madre, visto che la sua figura già parecchio compromessa, dovrà presentarsi in tribunale, anche se aveva fatto di tutto per evitare questo momento. Questo è accanimento giudiziario. Possibile che a pochi giorni della sospensione le istituzioni trattano cosi una mamma e un bimbo? Questo figliolo è terrorizzato e rattristato di tutta questa situazione.
Martedì 25 questa povera mamma andrà al tribunale di Pisa con il figlio per consegnarlo al giudice come gli è stato imposto. Volevamo organizzarci per essere numerosi davanti al tribunale e protestare contro questa ingiustizia”