Con l’anno nuovo cambiano le regole della quarantena: dal 2022 la permanenza domiciliare dopo un contatto con positivo non è più considerate equiparabile alla malattia e quindi il periodo di assenza dal lavoro non viene coperto dall’Inps
La tutela è stata rifinanziata fino al 31 dicembre 2021. Dopo il decreto di fine anno, i termini per la permanenza domiciliare sono molto cambiati: dovranno farla solo i non vaccinati e chi si è vaccinato da oltre 4 mesi. Per non vedersi ridurre lo stipendio, dovranno usare ferie o permessi. Nulla cambia invece per chi risulta positivo: loro avranno diritto al contributo.
La norma prima stabiliva che l’equiparazione a malattia del periodo trascorso in quarantena con sorveglianza attiva o in permanenza domiciliare fiduciaria dai lavoratori del settore privato fosse riconosciuta fino al 31 dicembre 2021.
Il governo però non ha rifinanziato la misura per il 2022, quindi la tutela è terminata il 1° gennaio.
I lavoratori dipendenti del settore privato in quarantena per il contatto con un positivo che non possono lavorare da remoto dovranno fare ricorso a permessi retribuiti o a giorni di ferie per non vedersi ridurre lo stipendio.