All’Università di Pisa arrivano i bagni genderless, i bagni senza distinzione di genere
Contraddistinti da un simbolo particolare, sono in totale 86 e dislocati nei vari edifici dell’Ateneo
Sono stati ufficialmente inaugurati al Polo Piagge i primi bagni “genderless” dell’Università di Pisa, bagni senza distinzione di genere, contraddistinti da un simbolo particolare, che potranno essere utilizzati da tutta la comunità studentesca e accademica. L’inaugurazione si è tenuta mercoledì 29 giugno alla presenza del rettore Paolo Mancarella, di Alessandra Nardini, assessora della Regione Toscana all’istruzione, università, ricerca e pari opportunità, di Arturo Marzano, delegato del rettore alle pari opportunità e alle questioni di genere, di Arianna Enrichens, consigliera di fiducia dell’Università di Pisa, di Francesco Giorgelli, vicepresidente del CUG, di Luca Giannoccaro, rappresentante della comunità studentesca, e di Junio Aglioti Colombini, vicepresidente dell’associazione Pink Riot. Quello del Polo Piagge è uno degli 86 bagni genderless che da oggi entrano in funzione nei vari edifici di tutto l’Ateneo.
“Le rivoluzioni culturali iniziano, molto spesso, con un piccolo gesto. Un segno che cambia il corso degli eventi. La targhetta che da oggi compare su circa un centinaio dei bagni del nostro Ateneo rientra in questa categoria – ha dichiarato il Rettore, Paolo Mancarella – È un atto di civiltà per dichiarare in modo fermo il nostro essere un’università aperta, in cui la differenza è una ricchezza e le discriminazioni non hanno diritto di cittadinanza”.
“Dall’Università di Pisa, oggi, arriva un bel segnale, forte e chiaro: no a discriminazioni, stereotipi e pregiudizi – ha dichiarato l’assessora Alessandra Nardini – L’Università è il luogo del sapere, della cultura, luogo dove si praticano e si insegnano il rispetto, l’uguaglianza e le libertà. La Toscana è stata la prima Regione a dotarsi di una legge regionale contro le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere, e di questo siamo orgogliosi. Siamo stati, siamo, e vogliamo essere sempre più, terra di diritti e pari opportunità. L’Università di Pisa ne è un ottimo esempio: da alcuni anni si è dotata, come le altre Università toscane, di un regolamento per le carriere alias, e quello di Pisa è tra i più all’avanguardia. Ricordo ancora la bandiera rainbow sventolare sul Rettorato pisano per il Toscana Pride del 2021, e tante altre iniziative che ho apprezzato in questi mesi e in questi anni. Ringrazio davvero di cuore per tutto l’impegno e la sensibilità dimostrata il Rettore Paolo Maria Mancarella, il professore Arturo Marzano, delegato alle attività ‘Gender Studies and Equal Opportunites’ e il Comitato Unico di Garanzia per le pari opportunità”.
Il simbolo scelto per indicare il bagno genderless è uno tra quelli che viene riconosciuto a livello internazionale per indicare il genere neutro e che graficamente vuole dare l’idea di fluidità e superamento del binarismo: “La scelta di creare dei bagni genderless utilizzabili da chiunque, indipendentemente dalla propria identità o espressione di genere – afferma il delegato del rettore Arturo Marzano – recepisce una richiesta proveniente da studenti, studentesse, student* per garantire uno spazio a chi non si identifica in un genere specifico, a soggetti non binari, a persone transgender, confermando lo spirito di inclusività e rispetto che ha plasmato l’intero mandato rettorale di Paolo Mancarella”.
Quella di istituire bagni genderless è infatti l’ultima di una serie di azioni concrete che l’Università di Pisa ha intrapreso negli ultimi anni con l’obiettivo di costruire un ambiente inclusivo per tutte le persone che frequentano l’università, siano queste parte del corpo docenti, del personale amministrativo o del mondo studentesco. All’interno di questa politica di inclusione, nel gennaio del 2020 è entrato in vigore il nuovo regolamento per attivare la carriera alias, il dispositivo che tutela le persone che hanno la necessità di utilizzare, all’interno dell’Ateneo, un nome diverso rispetto a quello anagrafico.
Fonte: UniPi