In difficoltà economiche a causa della Pandemia, l’associazione rischia lo sfratto a causa degli affitti non pagati
“Finita locazione causa pandemia. Una minaccia esistenziale per il circolo agorà di Pisa.
Conto alla rovescia per salvare la casa del popolo di Via Bovio.” E’ quanto emerge dell’associazione che, a partire da Gennaio 2022, rischia di non poter disporre della sede storica in quanto la proprietà dell’immobile non intende rinnovare il contratto in scadenza.
Ecco quanto si legge nel comunicato dell’Associazione:
“Siamo costretti a comunicarvi un fatto molto grave, che mette in discussione l’esistenza stessa del circolo agorà nella sua sede storica.
Come migliaia di altre associazioni nel paese, dal 5 marzo 2020 sino al 1 luglio 2021 agorà è stata costretta ad interrompere qualsiasi attività a causa della pandemia, subendo un tracollo economico senza precedenti, che ha causato la parziale sospensione del pagamento dell’affitto.
La risposta della proprietaria Anna Grazia Melani è stata l’invio di una lettera di finita locazione nei termini contrattuali: il 31 dicembre 2021.
Al fine di impedire la chiusura della sua sede, agorà ha lanciato una campagna pubblica di sostegno economico, che garantisce oggi il saldo delle mensilità non pagate durante la pandemia. L’Associazione ha anche accettato la richiesta di aumento del canone dal gennaio 2022, sulla base di un nuovo contratto di locazione.
A garanzia del futuro contratto viene chiesta una fidejussione bancaria. Su questo si è arenata la trattativa, dato che nessuna persona fisica può bloccare i propri averi per 12 anni (la durata di un contratto 6+6).
Facciamo appello alla proprietà perché torni indietro rispetto a questa clausola fideiussoria, impossibile da onorare.
Mai avevamo saltato neppure un mese di affitto, facendo enormi sacrifici, sopperendo alle lacune di amministrazioni locali che non ci hanno mai concesso uno dei tanti edifici pubblici vuoti in città.
Come scritto sulla petizione che vi chiediamo di firmare, chiamiamo il Comune di Pisa, la Provincia di Pisa e la Regione Toscana a prendere una posizione in favore della continuità delle nostre attività nella sede storica, facendo pressione sulla proprietà per ritornare sui suoi passi rispetto a questa irricevibile richiesta fideiussoria. In alternativa chiediamo a queste Istituzioni o farsi garanti del contratto stesso, con una specifica copertura fideiussoria, oppure di metterci a disposizione uno dei tanti di edifici pubblici vuoti da decine di anni in città, garantendo così la continuità della nostra attività come patrimonio socio/culturale cittadino.
Chiamiamo i nostri soci, le tante persone che ci hanno sostenuto in questi anni, i cittadini tutti a stringersi intorno a noi, firmando l’appello e dandoci un sostegno economico per affrontare un contenzioso con la proprietà e le pubbliche amministrazioni che non abbiamo alcuna intenzione di perdere.
Vi chiediamo di firmare l’appello in calce, indicando la vostra città, mail, recapiti telefonici e di partecipare a tutti i momenti della campagna, che inizieranno con il 18 settembre in logge di banchi.”