L’Azienda Regionale di Sanità ha analizzato l’andamento dei contagi nella nostra regione (e in Italia) e prevede che la Toscana resterà arancione per più di 2 settimane. Ecco lo studio
Da ieri siamo tornati in zona arancione a causa dell’indice Rt salito sopra l’1. L‘Azienda Regionale di Sanità ha pubblicato sul sito ufficiale uno studio che vi riportiamo per intero:
“Nelle ultime tre settimane la curva dei contagi da SARS-Cov2 in Toscana ha ripreso a salire. Un aumento dei casi settimanali che non ha causato un’impennata repentina simile a quella osservata ad inizio autunno, ma una crescita più lineare con incrementi medi del 18% da una settimana all’altra.
Dopo essere stati per circa un mese la regione con l’incidenza di nuovi positivi più bassa in Italia, nell’ultima settimana abbiamo avuto un numero di casi più simile alla media nazionale, anche se ancora più bassa, se rapportato alla popolazione: 124 casi ogni 100mila abitanti vs 143 per 100mila della media italiana, nella settimana dal 5 all’11 febbraio (figura 1).
A causa di questo aumento dei casi, la Toscana sarà collocata in zona arancione questo fine settimana, dopo essere stata in zona gialla in maniera continuativa dall’11 gennaio. È probabile che l’allentamento delle limitazioni e il riavvio di diverse attività abbiano sostenuto la ripresa dei contagi, anche se è difficile individuare un singolo ambito che possa da solo aver determinato il trend osservato. Più in generale, sono sicuramente aumentate le occasioni e la probabilità di trovarsi in luoghi più o meno affollati e avere un maggior numero di contatti.
Se osserviamo il trend dell’incidenza per età, un possibile proxy del luogo di contagio se pensiamo alle scuole, i locali, o i luoghi di cura, notiamo un aumento generalizzato con pendenze simili nelle diverse fasce d’età (figura 2). Ad inizio ottobre avevamo invece osservato un netto aumento nelle classi d’età più giovani, che aveva anticipato il successivo aumento generale dei casi nella popolazione di almeno 2 settimane.
Tra i diversi trend quello dei grandi anziani, persone con 85+ anni d’età, si mantiene stabile o in leggera discesa rispetto alle settimane precedenti. Si tratta sicuramente di un dato positivo nel contesto di crescita in cui ci troviamo: abbiamo infatti imparato quanto sia importante proteggere queste persone dal contagio, a causa della loro maggior vulnerabilità. La campagna di vaccinazione nelle RSA appena terminata potrebbe aver contribuito a tenere più bassi i contagi in questa fascia d’età, va però ricordato che gli ospiti di RSA rappresentano una quota minoritaria della popolazione residente (sono circa 14mila i posti letto occupati in Toscana) ed è ancora prematuro ipotizzare un effetto diretto in assenza di dati consolidati.
Aumentano i casi positivi che mostrano sintomi, anche lievi, al momento del tampone (figura 3). È questo il trend su cui si basa il calcolo dell’indice Rt dell’Istituto superiore di sanità, che ha causato la collocazione della nostra regione in zona arancione a partire dai prossimi giorni. In tutte le Asl, infatti, sono in aumento i casi sintomatici a partire più o meno dalla metà di gennaio.
Tra le province toscane, quella che sembra trainare di più l’aumento dei contagi nell’ultimo periodo è Pistoia, seguita da Massa e Carrara (figura 4). Nell’ultima settimana le due province hanno fatto registrare rispettivamente 198 e 178 nuovi casi positivi ogni 100mila abitanti, rispetto ad una media regionale di 124 per 100mila.
La provincia di Siena, in particolare il comune di Chiusi, durante l’ultima settimana è stato classificato come zona rossa e interessato da un ampio screening di popolazione tramite il progetto regionale “Territori Sicuri”. Sono state sottoposti a tampone molecolare quasi 6mila residenti, dopo un forte aumento di contagi e la scoperta della presenza di varianti del virus (brasiliana e inglese) tra i contagiati, vista anche la vicinanza con la confinante Umbria, anch’essa interessata da un recente forte aumento dei contagi e dalla presenza delle nuove varianti, che sembrano dimostrarsi più contagiose, ma non più letali, sulla base delle analisi condotte finora.
L’impatto dell’epidemia sui servizi ospedalieri si mantiene pressoché invariato nell’ultima settimana, con un’interruzione quindi del trend in diminuzione dei posti letto occupati che avevamo osservato a partire dalla fine di novembre (figura 6).
È atteso che il nuovo aumento dei contagi possa aver portato un leggero numero delle ammissioni, a fronte di un numero di dimissione pressoché invariato. Al 12 febbraio risultano 811 le persone ricoverate (erano state 2.128 nel picco di fine novembre 2020), di cui 126 in Terapia Intensiva (erano state 298 al picco massimo). Ci manteniamo quindi al di sotto della soglia del 30% di occupazione dei posti letto nelle terapie intensive fissata dal Ministero della Salute, con il 22,9% di posti occupati sui 550 posti disponibili.
Rispetto alla popolazione residente, la Toscana ha 21,7 ricoverati ogni 100mila abitanti, contro i 35 ricoverati per 100mila a livello italiano. Più simile invece la situazione delle terapie intensive: 3,2 ricoverati per 100mila abitanti in Toscana, 3,5 per 100mila in Italia.
L’età media dei ricoverati è di circa 72 anni (74 anni in Terapia intensiva).
La mortalità regionale per Covid19 si mantiene sostanzialmente stabile nelle ultime settimane, al di sotto della media nazionale, in diminuzione (figura 7).
Nell’ultima settimana in Toscana ci sono stati 3,1 decessi ogni 100mila abitanti (16 deceduti al giorno in media), rispetto ai 4,1 per 100mila in Italia. La nostra regione torna tra quelle con mortalità più bassa in Italia, dopo aver occupato posizioni più alte nelle settimane autunnali. Abbiamo infatti visto, negli approfondimenti scorsi, come la seconda ondata dell’epidemia abbia avuto un impatto decisamente maggiore, in termini di mortalità oltre che di contagi, nella nostra regione. In totale, dall’inizio dell’epidemia, in Toscana ci sono stati 118 deceduti ogni 100mila abitanti, rispetto ai 154 per 100mila in Italia, 10° regione in Italia.
L’aumento dei decessi, a seguito dell’aumento dei contagi, non è scontato. Abbiamo infatti visto come le persone più anziane sembrino per il momento non essere coinvolte dalla nuova ripresa dei contagi (figura 2). L’auspicio è che, con l’avvio della campagna di vaccinazione tra gli over80enni nei prossimi mesi, si riesca a ridurre, se non ancora la curva dei contagi, quella dei decessi e dei ricoveri, considerato che i grandi anziani sono i più colpiti da questi esiti della malattia.
Conclusioni
Quindi dopo 5 settimane termina la permanenza della Regione Toscana all’interno della zona gialla: la nuova ordinanza sancirà il passaggio verso la zona arancione a partire da domenica 14 febbraio. I dati in aumento delle ultime 3 settimane hanno portato sopra il valore 1 l’indice di contagiosità (il famoso Rt) calcolato al 31 gennaio, con tutte le conseguenze previste dal sistema di monitoraggio ministeriale. Non entriamo nuovamente nelle critiche a questo sistema, che abbiamo già fatto nelle settimane scorse, aggiungiamo che ai noti problemi di non rappresentazione del momento epidemico che le regioni vivono al momento della valutazione, si aggiunge che questo non permette di programmare le chiusure delle attività economiche con un congruo anticipo. I dati del monitoraggio, ad esempio, potrebbero essere raccolti il lunedì (e non il mercoledì) e tutte le decisioni, che entrano in vigore a partire dalla domenica successiva, prese entro il martedì sera (e non il venerdì). Uno sforzo che andrebbe fatto e che non inficerebbe la qualità dei dati.
Detto questo la Toscana sta sperimentando un aumento dei casi al pari di tutte le regioni che sono entrate in fascia gialla dall’11 gennaio: eccetto la Basilicata, che continua ad avere un trend in discesa, Trentino Alto-Adige, Molise, Campania sono le regioni che mostrano un aumento simile a quello della nostra regione. A queste si sommano Umbria ed Abruzzo che, nonostante colorazioni divers,e stanno mostrando aumenti piuttosto rilevanti nelle ultime settimane: da attribuirsi, con tutta probabilità, alla presenza in quei territori delle varianti del virus. La gran parte delle altre regioni che sono entrate nella zona gialla a partire dal 2 di febbraio (e che quindi venivano da periodo di maggiore limitazioni) stanno attraversando una diminuzione in circolazione del virus.
È da rilevare comunque che nelle ultime due settimane la Toscana rimane al di sotto del tasso d’incidenza medio italiano, ed è la settima regione con l’incidenza più bassa.
Tutte le province hanno avuto un incremento di positività nel corso delle ultime 3 settimane, ma sembrano essere quelle di Pistoia e di Massa Carrara, come durante la prima ondata, quelle maggiormente colpite.
Per quanto riguarda la composizione d’età, tutte le fasce d’età mostrano un aumento nelle ultime 5 settimane, in particolar modo le fascia d’età 14-19 anni e 25-44, mentre la fascia d’età dei più piccoli, tra i 3 ed i 5 anni, ha stabilizzato oramai i tassi d’incidenza dopo un primo forte aumento sperimentato in coincidenza con la riapertura delle scuole. La vera novità rispetto alla prima e alla seconda ondata è rappresentata dalla classe d’età dei più anziani, quella sopra gli 85 anni, che mostra addirittura una riduzione rispetto a 5 settimane fa, probabile conseguenza diretta delle vaccinazioni somministrate agli utenti ed agli operatori delle Residenze sanitarie assistite. Sono infatti oltre il 90% gli utenti RSA vaccinati con prima dose, e circa l’80% ha concluso il ciclo vaccinale.
Le buone notizie arrivano ancora dal numero di ricoveri totali, intorno agli 800 in totale (erano più di 2.100 al picco della seconda ondata) e dal numero di ricoverati in terapia intensive che sono sempre intorno a 130. Questa è la sicura conseguenza dell’abbassamento dell’età media dei casi, che esita in minor ricovero, almeno fino ad oggi: solo il 15% dei posti letto è quindi occupato dai pazienti Covid, dato che a quanto pare non ha alcun peso nella valutazione ministeriale.
L’aumento dei casi sintomatici, se non preoccupa ancora rispetto ad una maggior carico futuro ospedaliero, preoccupa maggiormente per il calcolo dell’Rt (che ricordiamo è effettuato solo sui dati dei casi sintomatici): la permanenza in zona arancione potrebbe non essere confinata solo a due settimane.
Il virus ci ha impartito quindi anche stavolta la solita lezione: si muove ed incrementa la sua diffusione con il maggior movimento delle persone. Il dato positivo è sicuramente che questo incremento non è esponenziale, ma lineare a tasso costante nelle ultime 3 settimane. Questo è probabilmente da attribuire alle efficaci politiche di screening mirate, che la Regione Toscana sta attuando con le due campagne “Territori Sicuri” e “Scuole Sicure”. Sono già 10 i comuni che in un mese sono stati sottoposti a screening attraverso l’utilizzo dei test antigenici di terza generazione o di tamponi molecolari, uno strumento che cerca di intervenire in quei comuni più piccoli dove si evidenzia una maggiore escalation nel numero delle positività: l’intervento su Chiusi è paradigmatico per comprendere la strategia di contenimento operata.
In questa fase, come già ricordato 15 giorni fa, vanno assolutamente ampliate le attività di sequenziamento del virus, in modo da poter intervenire con zone rosse delimitate in modo chirurgico in quei territori che evidenziano la presenza di varianti, soprattutto quella brasiliana e sudafricana, sulle quali per ora anche i vaccini che abbiamo a disposizione pare non abbiano molta efficacia. In generale, in questa fase si ritiene positivo che nonostante l’aumento dei casi il tracciamento avvenga regolarmente per quasi il 100% di tutti i casi quotidianamente rilevati e che la media dei contatti tracciati sia salita fino a quasi 4 in media per ogni caso.
Ci aspettano ancora tre mesi e mezzo in cui, a livello nazionale, rivedremo sicuramente un aumento delle positività in tutte quelle regioni tornate al giallo da soli 15 giorni e in cui quindi saranno largamente utilizzate le misure di contenimento ad elastico. L’arrivo di tutte le dosi dei vaccini, previste dal contratto con la Comunità europea per quelli già autorizzati, e soprattutto l’arrivo dei nuovi vaccini che stanno presentando all’agenzia regolatoria l’autorizzazione alla somministrazione cambieranno in modo importante la vita quotidiana che stiamo sperimentando negli ultimi 11 mesi, riportandoci – seppur lentamente – ad una maggiore normalità.”
A cura di V. Voller, F. Profili, S. Bartolacci, M. Santini
Fonte: Agenzia regionale di sanità della Toscana