Il progetto fa base su un team di esperti i diversi settori
Piano pandemico e non soltanto. Sono almeno 14 le azioni (tra obblighi internazionali e raccomandazioni) che gli Stati dovrebbero mettere in campo per gestire eventi come le pandemie, per affrontarle in modo univoco ed evitando frammentazioni. È questo uno degli aspetti messi in luce nel seminario, in corso tra martedì 13 e mercoledì 14 aprile, nell’ambito del progetto di ricerca “Cbrn-Italy”, coordinato da Andrea de Guttry, professore ordinario di Diritto Internazionale dell’Istituto Dirpolis (Diritto, Politica, Sviluppo) della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, con la partecipazione di colleghi delle Università di Bologna, di Torino, di Firenze. Il progetto, finanziato dal bando Prin 2017 del Miur, prende in esame gli “Obblighi Internazionali relativi ad eventi di origine chimica, biologica, radio-nucleare (‘Cbrn’)” con l’obiettivo, nella prima fase, di realizzare una loro mappatura. Tra gli scenari analizzati dl progetto, sono emersi il rischio di terrorismo che utilizzi agenti “Cbrn”, incidenti industriali o eventi naturali che portino al rilascio di queste sostanze, e infine l’utilizzo di armi “Cbrn”.
Proprio in questo contesto e nell’ambito della sessione dedicata a “eventi naturali e pandemie”, Andrea de Guttry evidenzia quelle misure di prevenzione “adeguate, tempestive e continuamente aggiornate che mi in tutto il mondo sono considerati strumenti essenziali per ridurre il rischio di eventi ‘Cbrn’ naturali, emergenze sanitarie globali e pandemie”, dimostrando che “tuttavia, come è risultato evidente dal Covid-19 e dal numero drammaticamente crescente di disastri naturali, anche le misure preventive più sofisticate non possono impedire che tali eventi si verifichino”. “Ci si aspetta pertanto – commenta Andrea de Guttry – che gli Stati adottino misure di preparazione specifiche per anticipare, rispondere e riprendersi efficacemente dalle conseguenze. Considerando i farmaci innovativi e la diagnostica disponibili, nonché le nuove tecnologie di allerta precoce e strumenti tecnici, l’attuale inazione nella maggior parte degli Stati non può più essere giustificata, non soltanto in termini politici o morali, ma anche legali”.
Quali sono allora gli obblighi e le raccomandazioni nello specifico contesto di una pandemia? Spiega ancora Andrea de Guttry: “Bisogna aggiornare in modo professionale e regolare la pianificazione delle emergenze; stabilire quadri giuridici e operativi per consentire ai primi soccorritori e alle forze dell’ordine di intervenire rapidamente e in sicurezza; mantenere un’efficace sorveglianza delle malattie e in parallelo sistemi di laboratorio che rilevino e segnalino i livelli dei decessi o malattie che potrebbero diffondersi a livello internazionale”.
Ma non è finita. Andrea de Guttry elenca altri importanti punti, come la necessità di “incoraggiare la condivisione di virus con potenziale pandemico umano; sviluppare vaccini antinfluenzali sicuri ed efficaci; mantenere le infrastrutture necessarie per rispondere alle emergenze sanitarie e consentire al sistema sanitario di espandersi per soddisfare un improvviso aumento della domanda”. Secondo l’analisi del professore ordinario di Diritto internazionale, è importante anche “garantire la disponibilità, quando necessario, di sufficiente supporto da parte di personale specializzato e di assistenza logistica da attivare attraverso un’adeguata organizzazione dell’emergenza e attraverso l’istituzione di una più ampia forza lavoro globale, riserva sanitaria pubblica”.
Fondamentale è poi “mettere a disposizione attrezzature adeguate e aggiornate, inclusi, se del caso, indumenti di protezione personale, autocarri per la decontaminazione e così via”. Per essere pronti ad affrontare un evento pandemico è fondamentale “adottare disposizioni chiare sulla catena di comando; fornire formazione ed esercitazioni adeguate per preparare e testare il personale interessato; mobilitare risorse finanziarie per facilitare l’attuazione degli obblighi di responsabilità sanitaria e possibilmente la creazione di un fondo ‘di emergenza’ per le conserguenti emergenze sanitarie pubbliche”. E infine “garantire che i punti focali nazionali abbiano l’autorità, le risorse, le procedure, la conoscenza e la formazione per comunicare con tutti i livelli del loro governo e per conto dei loro governi, se necessario; fornire coordinamento e capacità a livello nazionale e regionale; raccogliere e diffondere informazioni sugli sviluppi scientifici e tecnologici, scambiare informazioni su banche dati e reti e garantire l’accesso a tali banche dati e reti”.
“Sfortunatamente – aggiunge ancora Andrea de Guttry – il grado di attuazione a livello nazionale è tutt’altro che soddisfacente e la situazione è spesso aggravata a causa della frammentazione (tra i livelli nazionale, regionale e locale) delle responsabilità nella gestione dei sistemi sanitari nonché dei loro costi elevati. Ridurre i costi dei vaccini e facilitare l’accesso agli strumenti finanziari internazionali per sostenere gli investimenti nella preparazione alla pandemia è quindi diventata una priorità per la comunità internazionale”.
Fonte e articolo completo: Scuola Sant’Anna